Autore: Irene Pariota • 19/11/2025 18:40
Viterbo è una città che sorprende. Dietro la sua cinta muraria medievale perfettamente conservata, custodisce un patrimonio storico e artistico che attraversa secoli di storia, dalla presenza etrusca fino alle memorie della lunga stagione pontificia del XIII secolo. Nonostante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, oggi il suo centro storico è un mosaico armonioso di pietra in peperino, chiese, palazzi nobiliari, fontane e vicoli dove il passato sembra non essere mai davvero passato. Ecco un piccolo itinerario di 2 giorni:
La scoperta di Viterbo non può che cominciare dal suo fiore all’occhiello: il quartiere medievale di San Pellegrino, uno dei più estesi e meglio conservati d’Europa. Entrare in questo dedalo di vicoli significa immergersi in un’altra dimensione: case in pietra viva, archi duecenteschi, balconcini fioriti e il celebre profferlo, la scala esterna tipica delle abitazioni viterbesi.
La piccola piazza di San Pellegrino è il cuore del rione: qui si affacciano la chiesa omonima e il Palazzo degli Alessandri, scampato alla distruzione grazie a Papa Innocenzo IV. Poco distante, merita una sosta il Museo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, che racconta una delle tradizioni più spettacolari d’Italia: la Macchina di Santa Rosa, un baldacchino alto oltre 25 metri che 100 facchini trasportano a spalla il 3 settembre, correndo lungo le vie del centro.
Procedendo verso Piazza della Morte il paesaggio cambia gradualmente. Gli spazi si aprono, compaiono botteghe storiche, piccole piazze e locali. Qui, tra le facciate austere e l’antica Fontana di San Tommaso, si trova l’ingresso della Viterbo sotterranea: un reticolo di cunicoli tufacei la cui origine si perde tra gli Etruschi e il Medioevo. Percorrerli significa attraversare secoli di storia nascosta, un viaggio suggestivo che racconta vie di fuga, passaggi segreti e utilizzi strategici della città nel tempo.
Da Piazza della Morte, in pochi minuti si raggiunge il luogo simbolo di Viterbo: il Polo Monumentale del Colle del Duomo. Qui, dove gli Etruschi fondarono il primo nucleo cittadino, si affacciano i tre monumenti più iconici della città: la Cattedrale di San Lorenzo, il Museo Colle del Duomo e soprattutto il maestoso Palazzo dei Papi.
La Cattedrale di San Lorenzo, romanica e imponente, conserva ancora parte del pavimento cosmatesco del XIII secolo e un affresco medievale che raffigura San Pietro, San Paolo e San Lorenzo. La storia della chiesa è anche la storia delle sue ferite: i bombardamenti del 1944 la colpirono gravemente, lasciando in eredità un curioso “doppio abside”, con quello barocco nascosto dietro la struttura romanica.
Accanto sorge il Museo Colle del Duomo, piccolo ma ricco: reperti etruschi e romani, opere medievali e tesori di arte sacra testimoniano il ruolo centrale della diocesi.

Il Palazzo dei Papi, costruito accanto alla cattedrale, domina la piazza con la sua elegante Loggia delle Benedizioni. È qui che si consumò uno degli episodi più celebri della storia della Chiesa: il conclave più lungo di sempre, durato 33 mesi (1268–1271). I cardinali, incapaci di eleggere un nuovo pontefice, furono chiusi a chiave dai viterbesi, che arrivarono perfino a scoperchiare il tetto della sala per “far entrare lo Spirito Santo”. Fu così che nacque il termine conclave (cum clave: “chiusi a chiave”). La visita alla sala, oggi sobria e spoglia, restituisce tutta la forza di quell’episodio.
Con il Colle del Duomo si può concludere il primo giorno, magari con una cena nel borgo medievale, circondati dall’atmosfera intima e senza tempo dei suoi vicoli.

Il secondo giorno comincia nel cuore della città: Piazza del Plebiscito, elegante e luminosa, dominata dalla torre civica e dal solenne Palazzo dei Priori, sede del Comune. Se l’esterno può sembrare sobrio, l’interno è un tripudio di colori, decorazioni e simboli.
La visita accompagna attraverso cinque sale principali:
Da qui è possibile visitare anche il Museo dei Portici, che custodisce due opere di Sebastiano del Piombo, tra cui la splendida Pietà.
A pochi minuti a piedi si arriva alla Chiesa del Gonfalone, una meraviglia barocca che lascia senza parole: il soffitto affrescato, studiato per un effetto trompe-l’œil, sembra muoversi quando ci si avvicina all’altare. È uno dei tesori meno noti ma più sorprendenti di Viterbo.
Proseguendo, si raggiunge la Chiesa di Santa Rosa, con il convento annesso e la casa natale della santa. Qui si respira l’identità profonda della città, legata alla giovane patrona e alla sua festa. Le miniature delle Macchine si trovano nuovamente nel museo di San Pellegrino, a testimoniare una tradizione unica nel panorama italiano.

Gli appassionati di arte e storia possono proseguire verso la Basilica di San Francesco alla Rocca, con le tombe di Clemente IV e Adriano V, oppure raggiungere il Complesso di Santa Maria in Gradi, visitabile nei giorni feriali.
Prima di lasciare il centro, una sosta al Caffè Schenardi, storico locale ottocentesco affacciato su Corso Italia, è un vero tuffo nella storia: qui hanno preso un dolce o un caffè figure come Garibaldi, Marconi e Papa Gregorio XVI.
Il viaggio si conclude con uno dei tesori più celebri del territorio: le terme libere di Viterbo. A soli 2,5 km dal centro, le piscine del Bullicame e le terme Carletti offrono vasche naturali di acqua calda solfurea, immerse nella campagna della Tuscia. Dai tempi degli Etruschi e dei Romani, fino alle citazioni di Dante, queste acque sono celebri per i benefici su pelle, ossa e respirazione. Un modo perfetto per salutare la città avvolti nel vapore e nella quiete della natura.
Due giorni non bastano per scoprirla tutta, ma sono più che sufficienti per innamorarsene e, soprattutto, per capire perché viene ancora chiamata “la città dei Papi”…
Credit photo - Dove Viaggi, CDS
Rivista online registrata al Tribunale di Napoli n. 43 del 23/03/2022
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