Autore: Redazione • 17/08/2025 16:45
Sesto era una stazione militare romana sul sesto miglio della strada tra Iulia Concordia e il Norico. Il fiume Reghena, dal toponimo pre-romano, attraversa il borgo. Circa 735, tre fratelli longobardi fondano il monastero di Santa Maria in Sylvis, confermato da Carlo Magno nel 775. Tra 889 e 925, la regione subisce le scorrerie degli Ungari. Nel 960, l’abbazia riprende attività con il riconoscimento di Ottone I, che nel 967 la cede al patriarca di Aquileia. Nel 1300-1330, pittori padovani allievi di Giotto affrescano l’abbazia. Dal 1420, passa sotto la Repubblica Veneta; nel 1441, il primo abate commendatario è Pietro Barbo. Dal 1503 al 1627, gli abati sono dei Grimani. Nel 1789, l’abbazia viene soppressa; nel 1867, il borgo assume l’attuale nome Sesto al Reghena.
Cosa vedere a Sesto al Reghena
L’abbazia benedettina di Santa Maria di Sesto, fondata nella prima metà dell’VIII secolo dai longobardi, era immersa in una vasta foresta (da qui “in Sylvis”). Vi si accede attraverso la torre Grimani, rinascimentale, e accanto si erge il campanile derivato da una torre vedetta dell’XI secolo. Il complesso comprende l’antica cancelleria abbaziale, sede della giurisdizione civile, e la residenza degli abati, oggi municipio, con stemmi affrescati dei commendatari. La zona fortificata conserva il perimetro della primitiva chiesa.
Il palazzo degli Abati e la loggetta rinascimentale mostrano affreschi cavallereschi (XIII secolo) e conducono al vestibolo affrescato con il ciclo allegorico dell’Inferno e del Paradiso (circa 1450, Antonio da Firenze e allievi). L’interno della chiesa presenta affreschi della scuola di Giotto (XIV secolo), tra cui il Lignum Vitae, ritratti dei fondatori e stemmi degli abati. La cripta, ricostruita nel 1914, custodisce tesori come la Pietà quattrocentesca, l’Annunciazione marmorea e l’urna di Sant’Anastasia.
Intorno all’abbazia, le ville settecentesche Fabris e Freschi e il paesaggio agrario mostrano la centuriazione romana. Da visitare anche il mulino di Stalis, la chiesetta di San Pietro, la segheria di Bagnarola e la fontana di Venchieredo, citata da Nievo. L’abbazia resta un centro di arte, storia e spiritualità tra medioevo e Rinascimento.
Eventi e tradizioni
A Sesto al Reghena si svolgono diverse manifestazioni: la Sagra della Trota a Bagnarola tra maggio e giugno; la Sagra del Vino a Ramuscello il 19 marzo per San Giuseppe; Sexto ‘Nplugged, tra giugno e agosto, propone musica d’avanguardia e internazionale nel complesso abbaziale, con repertori adattati allo spazio per un’esperienza emozionante; infine, il Presepe Vivente si tiene nel parco dell’abbazia il 24 e 26 dicembre degli anni pari, richiamando visitatori tra storia, arte e tradizione.
Cosa vedere nelle vicinanze
Nei dintorni di Sesto al Reghena meritano una visita diversi luoghi di interesse storico, artistico e naturale. L’Abbazia di Santa Maria in Sylvis offre affreschi medievali, la cripta e opere rinascimentali, mentre le ville settecentesche Freschi e Fabris colpiscono per facciate monumentali e oratori. Da vedere anche il Mulino di Stalis, la chiesetta di San Pietro (XII secolo), la segheria di Bagnarola e la fontana di Venchieredo, citata da Nievo. Il paesaggio circostante conserva la centuriazione romana e permette piacevoli passeggiate lungo il fiume Reghena, tra boschi e campi, immersi nella storia e nella natura friulana.
Questo borgo permette di riscoprire se stessi durante la visita e conoscere le tradizioni e le usanze antiche Friulane.
Non vi resta che visitarlo e farci sapere cosa ne pensate.
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