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Porto Buffolè: il borgo veneto tra acque e storia

Autore: Redazione 02/08/2025 18:44

Adagiato lungo il fiume Livenza, al confine tra Veneto e Friuli, Porto Buffolè è uno dei borghi più piccoli e affascinanti d’Italia, insignito del riconoscimento de I Borghi più Belli d’Italia.

Portobuffolè, anticamente noto come Septimum de Liquentia, era situato sette miglia da Oderzo lungo il fiume Livenza. Il nome moderno, apparso intorno all’anno Mille come Portus Buvoledi, deriverebbe da bova (canale) o dalle bufaline, imbarcazioni fluviali. Citato già nel I sec. d.C. da Tito Livio, il borgo ha una lunga storia documentata da fonti del 997 e del 1166.

Fu dominio di Treviso, poi del vescovo di Ceneda, infine sotto i Da Camino: Gaia da Camino, ricordata da Dante, vi risiedette. Passato a Venezia nel 1339, subì guerre, pestilenze e carestie.

Dopo la caduta della Serenissima (1797), divenne francese, poi austriaco, e infine italiano nel 1866. Fu colpito da distruzioni belliche e dalle alluvioni del 1965-66.

Cosa vedere a Portobuffolè

Si entra a Portobuffolè dal ponte che immetteva nella Porta Trevisana, distrutta nel 1918. Subito si arriva in piazza Beccaro, deliziosa con acciottolato e palazzi storici. Qui sorge Cà Soler, con facciata rivolta al canale ora interrato, e un edificio con affreschi attribuiti al Pordenone.

Casa Gaia, splendido palazzo trecentesco, fu dimora di Gaia da Camino, ricordata da Dante. La casa torre fu trasformata da Gaia in una piccola reggia: bifore, colonnine eleganti, affreschi cortesi, figure di guerrieri, paggi, castelli e personaggi che evocano Tolberto e Gaia.

La Torre Comunale, del X secolo, è l’unica rimasta delle antiche sette torri: alta 28 metri, serviva anche da prigione. Ai piedi, l’ex palazzo del Governo con iscrizione del 1187. Accanto, il Monte di Pietà del ‘500 mostra un raro leone “in moeca”, simbolo veneziano in tempo di guerra.

In piazza Maggiore, cuore amministrativo e residenziale, spicca la Casa Comunale con loggia, salone detto “Fontego” (ex magazzino di cereali e sale), iscrizioni e stemmi cinquecenteschi.

Il Duomo, un tempo sinagoga, fu consacrato nel 1559. All’interno: crocefisso ligneo del ’400, altare in radica rossa (1983), e organo Callido (1780) con 472 canne. Nei restauri riemersa anche una pietra con menorah.

Infine, Porta Friuli e il Ponte Friuli (1780), a due arcate e sei poggioli, decorato da un Leone marciano che richiama i valori della Rivoluzione Francese.

Eventi e tradizioni a Portobuffolè

Portobuffolè anima il suo centro storico con numerosi eventi durante tutto l’anno. Ogni seconda domenica del mese si svolge il celebre Mercatino dell’Antiquariato, accompagnato da concerti dal vivo. A Capodanno, in piazza si brinda con cotechino e lenticchie, fuochi d’artificio e l’“incendio della torre”.

Il 25 aprile, per San Marco, patrono del borgo, si celebra con una scampagnata sul Prà dei Gai, eventi sportivi, mostre d’arte, concerti e la tradizionale frittata di San Marco.

Giugno e luglio sono mesi di teatro e concerti in piazza, mentre a cadenza biennale si tiene Portobuffolè nel XIV secolo, suggestiva rievocazione medievale in costume.

A luglio si festeggia la Madonna del Carmelo al Cesiol, ad agosto la Festa dell’Assunta e la Mostra dei vini locali, con degustazioni, musica e folclore, culminando nell’Antica Fiera di Santa Rosa.

A ottobre, si celebrano la Festa d’autunno e la Rassegna dei Vini tra Piave e Livenza nel Fontego. A novembre, per San Prosdocimo, castagnata per tutti.

In giugno c’è Gaiajazz, rassegna musicale e culturale. In aprile, l’evento Colori e Sapori valorizza i prodotti locali. A dicembre, infine, “Aspettando il Natale” trasforma il borgo in un mercato natalizio.

Cosa vedere nei dintorni di Portobuffolè

Porto Buffolè è un punto di partenza ideale per scoprire le bellezze della Marca Trevigiana. A breve distanza si trovano Oderzo, con i suoi resti romani e musei archeologici, e Conegliano, patria del Prosecco e del pittore Giambattista Cima. Il vicino fiume Livenza offre itinerari naturalistici in bicicletta o in kayak, alla scoperta di risorgive e oasi fluviali.


 foto di copertina credits Maurizio Sartoretto

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