Autore: Redazione • 29/09/2025 19:16
Nel cuore del Molise, arroccato su un suggestivo sperone di roccia, sorge il piccolo borgo di Pietracupa. Il suo nome, che significa “pietra bucata”, deriva dalla morgia, una formazione calcarea risalente a 65 milioni di anni fa, con grotte e cavità naturali. Già in epoca romana, gli abitanti sfruttarono queste cavità come ripari, magazzini e luoghi di culto, creando un insediamento unico nel suo genere. Oggi la morgia rimane il fulcro della vita del borgo, regalando panorami mozzafiato e custodendo tracce del passato. Il borgo si sviluppa intorno alla rocca, dominato dal campanile di Sant’Antonio, e per la sua atmosfera suggestiva è spesso definito la Betlemme del Molise.
Cosa vedere a Pietracupa
Impossibile non notare, alla sommità del borgo di Pietracupa, la chiesa di Sant’Antonio Abate, di grande interesse storico. Arroccata sulla rocca e parzialmente scavata nella morgia, la chiesa risale alla fine del Seicento e presenta una semplice facciata a capanna, con un unico portale e tre finestrelle che filtrano la luce all’interno. Il campanile staccato, posizionato più in alto, domina il borgo insieme all’altare centrale ricavato da un masso di marmo.
Sotto la chiesa si trova l’affascinante cripta rupestre, antica grotta naturale adattata nei secoli a rifugio, magazzino, tribunale e luogo di culto. Recuperata nel 1977, conserva ancora il crocifisso ligneo del 1500 e l’altare ricavato da una macina.
Ai margini del borgo, la chiesa di San Gregorio Magno testimonia la storia millenaria del paese: fondata nel 1360, distrutta e ricostruita più volte, custodisce resti originali come capitelli e acquasantiere. Pietracupa unisce storia, arte e natura, regalando emozioni uniche tra roccia e fede.
Gli eventi di Pietracupa
Nel periodo natalizio, il borgo si illumina con i cartocci e le ‘ndocce: piccoli lumi a vento sui davanzali e torce piramidali lungo le strade, accese in ricordo della notte di Natale. La chiesa rupestre ospita una suggestiva messa con canti lirici e zampognari. Durante il Carnevale, gruppi di diavoli mascherati percorrono il borgo scuotendo campanacci e forche, per poi bruciare un fantoccio in un rituale spettacolare. In ottobre, la Festa dell’Uva celebra la vendemmia con carri allegorici, musica, danze e degustazioni, trasformando il borgo in un palcoscenico di tradizione, folklore e convivialità.
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foto credits Claudio Giovanni Colombo
Rivista online registrata al Tribunale di Napoli n. 43 del 23/03/2022
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