Autore: Redazione • 25/09/2025 14:23
Esanatoglia, uno dei Borghi più Belli d’Italia, sorge tra le colline marchigiane lungo il fiume Esino, il cui nome deriva dal dio celtico Esus. L’insediamento originario romano si chiamava Aesa, mentre nel Medioevo fu noto come Santa Anatolia, in onore della martire del III secolo. Dal 1862, i due nomi si fusero in Esanatoglia. Abitata sin dal Paleolitico, la cittadina visse epoche fiorenti sotto i Malcavalca, gli Ottoni e i Da Varano. La sua struttura urbana, di stampo più cittadino che rurale, conserva tracce medievali nelle sue mura, porte e castelli. Tra le sue bellezze: il monastero di Sant’Angelo infra hostia e l’eremo di San Cataldo, che veglia sul borgo dall’alto del Monte Corsegno.
Le bellezze del borgo
Vista dall’alto, Esanatoglia appare accudita dai suoi sette campanili, che scandiscono il corso Vittorio Emanuele, l’asse principale che collega porta Sant’Andrea a porta Panicale, proiettandosi verso l’intatta valle di San Pietro. Il borgo, racchiuso dalle mura medievali e lambito dal fiume Esino, si dispone come un fuso, con vicoli secondari che conducono ai rioni, ciascuno con la sua piazzetta.
Tra i gioielli architettonici spicca la pieve di Santa Anatolia, con un magnifico portale trecentesco e una epigrafe romana alla base del campanile. Nei pressi, Palazzo Varano, oggi Municipio, custodisce la tela La cacciata dei diavoli da Arezzo e pitture raffiguranti cavalieri dei da Varano. Nell’ex Chiesa di San Francesco si ammirano gli affreschi del “Maestro di Esanatoglia”, tra cui una rara Madonna del Latte.
Tra le bellezze: le Fontane di San Martino, capolavoro idraulico trecentesco; la Chiesa di Santa Maria Maddalena con opere fiamminghe; e, poco fuori, la chiesa di Fontebianco, con affreschi giovanili di Diotallevi di Angeluccio. In piazza Cavour, infine, si affacciano quattro storici palazzi, tra cui il Palazzo del Podestà e Palazzo Zampini, custodi di storia e arte.
Le tradizioni del borgo
A Esanatoglia la cucina riflette tradizione e semplicità. La specialità locale sono le cotiche con i fagioli, servite con crescia abbrustolita e patate nel sugo. I legumi secchi danno vita a gustose zuppe di ceci o fagioli, mentre la pasta all’uovo fatta a mano si accompagna anche a sughi di gamberi di fiume. Il pranzo si conclude con le favorite, dolcetti secchi all’anice. Per gli amanti della natura, numerosi sentieri segnalati attraversano la valle di San Pietro, la vallata di Palazzo e le pendici del Monte Corsegno, dove sorge l’antico eremo di San Cataldo.
foto credits italia.it
Rivista online registrata al Tribunale di Napoli n. 43 del 23/03/2022
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