Autore: Redazione • 24/09/2025 21:26
Nei pressi di Jesi, dove le colline marchigiane degradano verso la valle dell'Esino, un miracolo ecologico ha trasformato vecchie cave di ghiaia abbandonate in uno dei santuari ornitologici più emozionanti del Centro Italia. La Riserva di Ripa Bianca è la dimostrazione vivente che la natura, se lasciata libera di agire, può trasformare cicatrici industriali in giardini acquatici di bellezza abbagliante.
Le acque cristalline di questi laghi artificiali riflettono un cielo mutevole che cambia espressione ad ogni nuvola, creando specchi liquidi dove si moltiplicano i colori dell'alba e del tramonto. Il fiume Esino scorre placido lungo il perimetro della riserva, sussurrando melodie acquatiche che si mescolano al coro ininterrotto di voci alate che popolano questo teatro naturale.
Camminare sui sentieri sopraelevati che serpeggiano tra i bacini significa immergersi in una sinfonia sensoriale dove ogni passo rivela quadri viventi sempre diversi. L'aria umida profuma di erbe palustri e terra bagnata, mentre il vento leggero porta con sé i richiami di aironi grigi che si muovono con eleganza regale tra i canneti oscillanti.
Gli uccelli qui sono i veri protagonisti: fenicotteri rosa che sembrano pennellate di colore contro il verde intenso della vegetazione ripariale, anatre selvatiche che scivolano silenziose lasciando scie argentate sulla superficie specchiata, martin pescatori che saettano come frecce turchesi tra i rami protesi sull'acqua. Durante le migrazioni stagionali, il cielo si anima di formazioni geometriche di volatili che trasformano ogni osservazione in uno spettacolo irripetibile.
Il silenzio qui ha una densità particolare, punteggiato dagli splash discreti di pesci che affiorano, dal fruscio delle canne che danzano nella brezza, dal battito d'ali improvviso di gabbiani che si alzano in volo circolare. Seduti sulle panchine strategiche dei capanni di osservazione, ci si sente testimoni privilegiati di un mondo selvatico che prosegue i suoi rituali ancestrali indifferente alla presenza umana.
L'esperienza qui è profondamente rigenerante: mentre le acque tranquille riflettono nuvole vagabonde e i primi raggi del sole trasformano le gocce di rugiada sui giunchi in minuscoli diamanti, si comprende quanto possa essere terapeutica l'osservazione paziente della natura che rinasce.
La riserva si raggiunge facilmente da Jesi seguendo le indicazioni per la zona industriale. Parcheggio gratuito e percorsi accessibili anche a mobilità ridotta. Portate binocolo, abbigliamento comodo e soprattutto tempo da perdere: qui la fretta è bandita e ogni momento merita di essere assaporato come un regalo che la terra ferita ha saputo trasformare in poesia liquida.
Photo credits: Mancinallimaura - licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license.
Rivista online registrata al Tribunale di Napoli n. 43 del 23/03/2022
Direttore: Lorenzo Crea
Editore: Visio Adv di Alessandro Scarfiglieri
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