Autore: Redazione • 27/09/2025 22:15
Ai piedi dell'antica Tindari, dove le colonne doriche del teatro greco si stagliano contro il cielo siciliano e il santuario mariano veglia dall'alto come un faro spirituale, si dispiega uno degli spettacoli naturali più mutevoli e ipnotici del Mediterraneo: i Laghetti di Marinello. Questa lingua di sabbia capricciosa che si protende nel mar Tirreno crea un caleidoscopio acquatico in perpetua trasformazione, dove ogni marea riscrive la geografia e ogni stagione dipinge nuove opere d'arte liquide.
Il viaggio verso questo eden mutevole inizia dalla A20 Messina-Palermo, uscita Patti. Seguendo le indicazioni per Tindari lungo la SP149, si raggiunge il promontorio archeologico dove parcheggi panoramici offrono già scorci mozzafiato sulla striscia sabbiosa sottostante. Chi preferisce i mezzi pubblici può utilizzare gli autobus AST da Messina o Patti (linea per Tindari), mentre treni regionali fermano alla stazione di Patti-San Piero Patti con coincidenze per il sito.
La discesa verso la riserva attraverso il sentiero natura è un'esperienza che trasforma gradualmente la percezione del paesaggio. Man mano che ci si avvicina al livello del mare, la prospettiva si ribalta: quello che dall'alto sembrava un semplice cordone sabbioso si rivela un universo acquatico di specchi turchesi e pozze argentate che pulsano al ritmo delle onde. L'aria marina porta con sé il profumo salino dei lagunet salmastri mescolato all'aroma selvatico delle piante alofite che colonizzano coraggiosamente questo confine mobile tra terra e mare.
Camminare lungo la passerella di legno che attraversa questo arcipelago in miniatura regala emozioni continue. Ogni bacino d'acqua ha una personalità cromatica distinta: dal verde smeraldo delle pozze più profonde al blu cobalto dei canali che si aprono verso il mare aperto, fino ai riflessi dorati che danzano sulla superficie quando il sole pomeridiano si rispecchia in queste vasche naturali.
La fauna aviaria trasforma Marinello in un teatro ornitologico straordinario. Garzette eleganti si muovono con grazia felina tra le acque basse, mentre martin pescatori si tuffano come frecce iridescenti nei specchi più limpidi. I fenicotteri rosa, ospiti stagionali di questi laghi salmastri, creano macchie di colore che sembrano pennellate impressioniste sul canvas acquatico.
L'esperienza del tramonto a Marinello è pura magia visiva: quando il sole si abbassa sull'orizzonte, questi specchi d'acqua si trasformano in lamine d'oro fuso che riflettono le sagome maestose del promontorio di Tindari, creando un dialogo poetico tra archeologia e natura che tocca profondamente l'anima.
Photo credits: Benjamín Núñez González - licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.
Rivista online registrata al Tribunale di Napoli n. 43 del 23/03/2022
Direttore: Lorenzo Crea
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