Autore: Redazione • 24/09/2025 20:38
Pensate che per trovare natura incontaminata e vestigia etrusche bisogna andare chissà dove? Sbagliato. A mezz'ora da Roma Termini c'è un mondo perduto di 15.000 ettari dove lupi e cinghiali scorazzano tra tombe etrusche millenarie e dove il tempo sembra essersi fermato a tremila anni fa. Il Parco di Veio è la fuga perfetta dal cemento capitolino, un posto dove archeologia e natura selvaggia convivono in un equilibrio che lascia a bocca aperta.
Entrare nel parco significa cambiare pianeta. Un momento prima sei nel traffico della Flaminia o della Cassia, quello dopo ti ritrovi in valloni scoscesi dove ruscelli cristallini disegnano percorsi tra pareti di tufo che gocciolano di umidità perenne. Le forre sono il vero spettacolo naturale: canyon in miniatura dove l'acqua ha scavato corridoi ombreggiati che rimangono freschi anche nei giorni più torridi dell'estate romana.
La Cascata della Valchetta è il fiore all'occhiello del parco. Non aspettatevi le Cascate del Niagara, ma questo salto d'acqua di sette metri immerso in una vegetazione rigogliosa è perfetto per una pausa rinfrescante durante le escursioni. La pozza sottostante invita al tuffo coraggioso, anche se l'acqua è sempre gelida come quella di tutti i torrenti che scendono dai Monti Sabatini.
Gli Etruschi hanno scelto bene: Veio era una delle loro dodici città principali, e le necropoli sparse per tutto il parco raccontano storie di un popolo che sapeva vivere in armonia con la natura. Camminare tra tombe a camera scavate nel tufo e tumuli coperti di vegetazione è un'esperienza che fa venire i brividi: sotto i piedi c'è una civiltà sepolta che ha dominato l'Italia centrale prima che Roma diventasse impero.
La fauna selvatica ha riconquistato questi territori. Cinghiali attraversano i sentieri senza paura, volpi si fanno vedere al tramonto, e se siete molto fortunati potreste incrociare le tracce fresche di qualche lupo appenninico che negli ultimi anni ha ricolonizzato la zona. I rapaci dominano il cielo: poiane, gheppi e sparvieri cacciano indisturbati in questo paradiso selvatico.
I sentieri sono ben segnalati ma impegnativi: si sale e si scende continuamente tra boschi di querce e macchia mediterranea, attraversando guadi e affrontando tratti rocciosi che richiedono attenzione. Ma ogni fatica è ripagata da scorci mozzafiato e dalla sensazione di essere esploratori moderni in un territorio che conserva intatta la sua anima primitiva.
Il parco ha diversi ingressi da Formello, Campagnano e Sacrofano, tutti facilmente raggiungibili da Roma con mezzi pubblici o auto. L'accesso è gratuito ma è consigliabile informarsi presso i centri visite sui percorsi migliori secondo la stagione. Portate scarpe da trekking robuste, scorte d'acqua abbondanti e rispetto per questo gioiello naturale che resiste alla pressione urbana della Capitale.
Photo credits: Patafisik - licensed under the Creative Commons Attribution 3.0 Unported license.
Rivista online registrata al Tribunale di Napoli n. 43 del 23/03/2022
Direttore: Lorenzo Crea
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