Autore: Redazione • 21/09/2025 09:55
A pochi chilometri dal traffico caotico di Napoli, nascosto tra palazzine e strade trafficate, si apre uno dei segreti geologici più affascinanti della Campania: il Cratere degli Astroni. Questo vulcano spento da oltre 4.000 anni oggi è un'oasi naturale che fa dimenticare di trovarsi in una delle zone più densamente popolate d'Italia.
La discesa nel cratere regala subito una sensazione particolare. Mentre si scende lungo i sentieri che si insinuano nella caldera vulcanica, l'aria cambia temperatura e umidità, ricordando sottilmente che si sta camminando dentro quello che un tempo era una bocca infernale dove magma incandescente eruttava violentemente. Oggi al suo posto crescono boschi rigogliosi di lecci, castagni e querce che hanno colonizzato il fondo del cratere, creando un ecosistema unico dove il silenzio è rotto solo dal canto degli uccelli.
I tre laghetti che punteggiano il fondo della caldera sono alimentati da sorgenti sotterranee che sgorgano dalle profondità vulcaniche. L'acqua ha un colore verde intenso particolare, dovuto ai minerali disciolti che risalgono ancora oggi dalle viscere della terra. Nonostante l'aspetto tranquillo, questi specchi d'acqua ricordano che sotto i piedi scorre ancora una rete idrotermale attiva collegata al sistema vulcanico dei Campi Flegrei.
La fauna selvatica ha trovato rifugio in questo eden urbano: volpi si aggirano tra i cespugli, faine si nascondono negli anfratti rocciosi, mentre circa 130 specie di uccelli hanno eletto il cratere a loro dimora. Tra questi, aironi e germani reali popolano i laghetti, insieme a tartarughe d'acqua dolce che si crogiolano sui tronchi galleggianti.
Ma passeggiando tra i sentieri, ogni tanto si incontra qualche blocco di tufo o pietra pomice che ricorda la natura vulcanica del posto. Gli esperti continuano a monitorare costantemente l'attività sismica della zona, perché gli Astroni fanno parte del sistema vulcanico flegreo ancora considerato attivo, anche se in fase di quiescenza.
La Riserva Naturale, gestita dal WWF, ha trasformato questo cratere in un esempio perfetto di come la natura possa riprendersi spazi un tempo devastati da forze distruttive. I centri visitatori organizzano escursioni guidate che raccontano sia la storia geologica che la rinascita biologica di questo luogo straordinario.
Il cratere si visita solo su prenotazione e con guide autorizzate, sia per proteggere l'ecosistema che per garantire la sicurezza dei visitatori. Gli orari variano secondo la stagione, e durante i periodi di attività sismica più intensa nella zona flegrea, l'accesso può essere temporaneamente limitato. È bellissimo vedere il cratere dalle strade in curva di Napoli, con sporadiche fumarole in lontananza. Portate scarpe comode per terreni umidi e una macchina fotografica per immortalare questo angolo di natura che sa di mistero e rinascita, ma che conserva nel silenzio dei suoi laghi il ricordo di un passato di fuoco che potrebbe, teoricamente, risvegliarsi.
Photo credits: Niro Fabio - licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.
Rivista online registrata al Tribunale di Napoli n. 43 del 23/03/2022
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