in-italy.it
in-italy.it

Galleria degli Uffizi: la penombra che attrae le nuove generazioni

Autore: Redazione 01/08/2025 09:07

La Galleria degli Uffizi non ha certo bisogno di sontuose presentazioni. Sin dal 1769, anno in cui fu aperta per la prima volta al pubblico, la celebre galleria fiorentina è riuscita non solo ad ottenere il riconoscimento mondiale di cui tutt’oggi gode, ma anche nell’onorevole atto di saper catturare lo sguardo di migliaia e migliaia di visitatori under 25, che ogni anno vengono attraversati da un chiassoso entusiasmo, che sembra ammutolirsi davanti alla solennità di un’arte che non sembra avere tempo e in cui si riscopre lo specchio del proprio sentire.

Stando ai dati forniti dagli ultimi report ufficiali pubblicati dalla Galleria degli Uffizi, nel 2021, ad esempio, i visitatori sotto i 25 anni sono stati 326.185, vale a dire circa il 19% su 1.721.637 ingressi.

Ma cosa si cela davvero dietro questo grande successo della Galleria degli Uffizi, riscontrato dalle nuove generazioni?

Risulta essenziale dunque specificare che riferirsi alla Galleria degli Uffizi come una lista di celebri nomi quali Raffello, Michelangelo o Botticelli, non è soltanto riduttivo, ma totalmente inappropriato alla luce di tutte quelle opere dalla fama più velata, che spesso si rivelano, invece, la scoperta più gradita delle nuove generazioni.

Sono proprio le opere più in penombra, meno pubblicizzate, infatti, che la maggior parte delle volte, sorprendono i visitatori più giovani, i quali, sempre più alienati dalla società che li circonda, finiscono per ritrovare in sculture, risalenti anche al I sec. a.C, significati molto più forti, diretti, ma soprattutto più affini al loro animo e alla loro visione della vita.

E’ il caso ad esempio dell’Ermafrodito (arte romana I a.C), un pregiato marmo di epoca antica che entrò a far parte delle collezioni dei Medici durante il periodo del cardinale Leopoldo (1617–1675), che nel 1669 lo acquistò a Roma, dalla rinomata collezione Ludovisi, per il fratello Granduca Ferdinando II (1610–1670). In origine conservata nella villa Ludovisi presso Porta Pinciana, l’opera, per il suo straordinario valore artistico e simbolico, fu presto destinata alla Galleria degli Uffizi. Attualmente è collocata all’ultimo piano del celebre complesso vasariano.

Il soggetto rappresentato nel marmo è il protagonista di uno dei miti più densi di significato del mondo antico: quello di Ermafrodito. Tra le fonti più autorevoli di questo mito, troviamo anche il poeta latino Ovidio che narra la sua storia nel libro IV delle Metamorfosi, scritto tra il 3 e l’8 d.C., poco prima dell’esilio voluto da Augusto. Figlio delle divinità Ermes e Afrodite, Ermafrodito cresce sul monte Ida, a Creta, ma a quindici anni decide di abbandonare il rifugio per raggiungere la regione della Caria, nell’odierna Turchia. Lì, mentre si immerge in una fonte, viene notato dalla ninfa Salmacide, la quale tenta di sedurlo.

Nel racconto ovidiano, la ninfa si avvinghia al giovane e prega gli dèi di non essere mai separata da lui. Il desiderio viene esaudito: i due corpi si fondono in un’unica figura androgina. A seguito della trasformazione, Ermafrodito chiede che la fonte acquisisca il potere di debilitare la virilità di chiunque vi si bagni. Ermafrodito non teme né dispera la perdita della propria virilità, ma definisce se stesso proprio in quella capacità di deliberare. Sceglie di confluire, di fondersi, là dove fusione non è né sopraffazione, né annichilimento dell’altro. Là dove questa fusione non rappresenta in alcun modo la perdita delle due individualità, bensì è contemplata solo in quell’ atto d’amore. D’altronde, anche visivamente questa unione assume i caratteri di un abbraccio, il che non può non darci l’idea, appunto, di una tensione verso l’altro, che si dona ma non doma.

È semplice cogliere, a questo punto, l’incredibile apertura e modernità che trasmette quest’opera agli spettatori più giovani. D’altronde il tema della viralità o per meglio dire di un certo tipo di mascolinità, impostata e prestabilita, e che nega tutte le ulteriori modalità di esprimere il maschile, è tra i più discussi nel dibattito odierno. Soprattutto quando questo schema cristallizzato di mascolinità gioca un ruolo determinante nelle dinamiche di violenza di genere. 

Informazioni per i visitatori 

Orari: dal martedì alla domenica, dalle ore 08:15 alle 18:30; ultimo ingresso alle 17:30 

Prezzo: €25; gratuito per minori di 18 anni; €2 minori di 24 anni 

Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale 

Potrebbe interessarti

Un viaggio nella memoria — Nasce (e risorge) il Museo Archeologico Nazionale di Chiusi

Il Museo Archeologico Nazionale di Chiusi ha radici profonde: istituito per la prima volta nel 1871 ...

Sorrento si accende e si prepara al Natale 2025

Quando l’inverno cala sulla Penisola Sorrentina, Sorrento non si limita a indossare il suo classico ...

Il Museo Nazionale “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari

A Sassari, in una città che custodisce la propria identità con orgoglio, esiste un luogo dove la Sar...

Il Museo Archeologico Nazionale di Altamura: alle origini dell’uomo nel cuore della Murgia

C’è un luogo, ad Altamura, dove il tempo non scorre: si stratifica. Le sue pareti raccontano storie ...

Il Museo Archeologico Nazionale di Ascoli Piceno: un viaggio nel tempo nel cuore delle Marche

Nel cuore di Ascoli Piceno, tra i palazzi medievali e le piazze di travertino che raccontano secoli ...

Museo Archeologico Nazionale di Arcevia: Un Viaggio nel Tempo tra le Colline Marchigiane

Nel cuore delle Marche, a pochi chilometri dal mare Adriatico e immerso nelle colline che disegnano ...

La città ti accoglie













Iscriviti alla newsletter e scopri in anteprima sagre, concerti, mostre e appuntamenti imperdibili vicino a te.

Rivista online registrata al Tribunale di Napoli n. 43 del 23/03/2022


Direttore: Lorenzo Crea

Editore: Visio Adv di Alessandro Scarfiglieri


Insight italia srl (concessionario esclusivo)


Powered by NDB Web Service Srl
Engineered by Bee Web Srl
in-italy.it

Rivista online registrata al Tribunale di Napoli n. 43 del 23/03/2022


Direttore: Lorenzo Crea

Editore: Visio Adv di Alessandro Scarfiglieri


Insight italia srl (concessionario esclusivo)


Powered by NDB Web Service Srl
Engineered by Bee Web Srl