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Cosa si mangia a Natale in Italia: viaggio nelle tradizioni culinarie

Autore: Irene Pariota19/12/2025 20:46

In Italia il Natale non è solo una festa religiosa, ma anche un momento di convivialità, un momento per passare del tempo in famiglia. Ovviamente il tutto accompagnato dal protagonista delle feste comandate: il cibo. Le ricette vengono tramandate di generazione in generazione e spesso si intrecciano con quelle di altre regioni. In molte famiglie, il menù natalizio è un mosaico che parla di viaggi, migrazioni, matrimoni e legami.

La tradizione più diffusa resta quella del doppio appuntamento: cenone della Vigilia – rigorosamente di magro – e pranzo del 25, dominato dalle carni. Ma ogni regione, ogni città e, spesso, ogni famiglia, difende la propria versione del Natale.

Gli antipasti

A Nord come al Sud, gli antipasti aprono le danze della festa. Sulle tavole piemontesi troverete il vitello tonnato, l’insalata russa, la quale si è poi sparsa per il resto dell’Italia diventando un piatto tipico natalizio. Simbolo marchigiano sono invece le olive all’ascolana, piccole e croccanti che hanno conquistato l’intero paese. Dai forni veneti arriva spesso il polpo con patate o le insalate di mare, tradizioni che si sono fuse con quelle del Sud. Le famiglie sarde propongono spesso antipasti di mare o piccoli assaggi della tradizione pastorale, ma soprattutto aprono i pasti con verdure al forno e piatti semplici, eredità di una cucina essenziale. In Campania non può mancare – soprattutto il 24 sera – il tipico contorno-antipasto, quale l’insalata di rinforzo. A questa si aggiungono poi i fritti di baccalà e alici che anticipano i primi piatti di mare. I vol-au-vent alla fonduta sono un classico delle tavole della Valle d’Aosta, morbidi e ricchi grazie alla fontina, regina della montagna. Se in Campania il contorno-antipasto è l’insalata di rinforzo, in Sicilia questo posto lo occupa la caponata, piatto agrodolce con melanzane, capperi e olive.

Diverse provenienze, ma lo stesso obiettivo: aprire il pasto con sapori forti, riconoscibili e identitari!

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I primi piatti

Se esiste un posto in cui la geografia italiana si manifesta senza esitazioni, è nei primi piatti del Natale. In Emilia-Romagna i tortellini in brodo regnano incontrastati; in Piemonte e Liguria si servono agnolotti, plin con sugo d’arrostoe natalini in brodo. Le famiglie sarde portano in tavola i culurgiones, mentre quelle lombarde non rinunciano alle classiche lasagne al ragù. In Campania trionfano gli spaghetti con le vongole, simbolo della Vigilia di mare. È un viaggio culinario che dal Trentino alla Sicilia attraversa formati di pasta, ripieni, brodi e condimenti che cambiano ad ogni provincia, confermando che in Italia il Natale è una mappa da assaporare.

I secondi

Per i secondi piatti la dicotomia tra nord e sud si evidenzia con piatti di carne nel settentrione e pesce nel meridione. In Piemonte dominano il brasato al Barolo e il bollito misto, cappone ripieno per i lombardi e fonduta con polenta in Val d’Aosta.

I secondi piatti raccontano con forza le radici del territorio. Al Nord dominano le carni: cappone ripieno, brasato al Barolo, bollito misto, polenta con spezzatini o salsicce. Al Centro Italia fanno capolino l’arista al forno in Toscana e l’agnello nel Lazio, mentre al Sud il pesce resta protagonista della Vigilia: baccalà fritto, gamberoni, polpo alla luciana in Campania, spigola al cartoccio per i siciliani e stoccafisso con patate nelle zone calabresi.

Il giorno di Natale, invece, torna la carne con forza: dal maialetto sardo all’abbacchio romano, fino alle lasagne e carne al ragù della tradizione campana.

I dolci

Panettone e pandoro i classici sulle tavole natalizie di tutto il Paese, ma ogni regione ne aggiunge uno personale! Zelten – dolce ricco di frutta secca e spezie – in Trentino-Alto Adige, in Campania vigilia e pranzo di Natale si concludono con struffoli, rococò e mostaccioli. Se le feste le passi in Puglia, non mancheranno al banchetto le cartellate, tartellette croccanti immerse in miele o vincotto. Nelle isole torrone e buccellati siciliani chiudono la tavola natalizia, mentre quella sarda si conclude con il gateau sardo dolce preparato con le mandorle tipico del Natale isolano.

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Cambiano i tempi, ma non il Natale

Ogni famiglia italiana ha il proprio Natale, ma tutti si riconoscono negli odori che escono dalle cucine, nei piatti che tornano anno dopo anno e nelle ricette che di famiglia in famiglia si tramandano. 

Un mondo in continuo cambiamento quello attuale, la tecnologia fa passi in avanti sempre più notevoli. Presidenti cambiano, nuovi vengono eletti. Il clima peggiora ed animali si estinguono. Ma quando si torna a casa per Natale quel tempo che corre si ferma e la memoria culinaria si fa passato-presente del nostro Paese!

Fonte immagine copertina: happy age

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