Autore: Michele Spinelli • 24/11/2025 15:21
Esiste un angolo d’Italia dove l’orizzonte si spalanca in una vastità così profonda da togliere il fiato, dove il silenzio non è semplice assenza di rumore, ma una presenza tangibile, carica di echi antichi e della forza primordiale degli elementi. Questo luogo è Campo Imperatore, l’altopiano più maestoso dell’Appennino, cuore selvaggio e pulsante del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Adagiato a un’altitudine che oscilla tra i milleottocento e i duemiladuecento metri, questo sterminato pianoro, lungo oltre venticinque chilometri, è stato battezzato con il nome evocativo di “Piccolo Tibet” per la sua capacità di trasportare il visitatore in una dimensione alternativa. I suoi paesaggi brulli, modellati dal ghiaccio e dal vento, le sue luci cristalline che accendono le creste dolomitiche del Gran Sasso e quel senso di solenne isolamento creano un’atmosfera unica, più simile agli altipiani himalayani che alle verdi colline della penisola.
Visitare Campo Imperatore significa intraprendere un viaggio dell’anima, un’esperienza che sfida la percezione dello spazio e invita ad un ritmo più lento e autentico.
La grandiosità di Campo Imperatore si svela attraverso una serie di luoghi iconici che sono molto più di semplici attrazioni: sono tappe di un pellegrinaggio laico nella natura e nella storia.
Simbolo indiscusso di questo paesaggio è l’Albergo di Campo Imperatore, un edificio bianco e squadrato in stile razionalista che sembra emergere dal suolo come un’astronave atterrata in un mondo primitivo. Costruito negli anni Trenta del Novecento, questo hotel è un monumento alla storia italiana, noto per essere stato, nel 1943, la prigione dorata e isolata di Benito Mussolini. La sua liberazione da parte dei paracadutisti tedeschi di Otto Skorzeny è un episodio che ha consegnato questo luogo ai libri di storia. Oggi, anche solo sostare sul suo piazzale, magari sorseggiando un caffè mentre lo sguardo spazia libero verso il Corno Grande, significa respirare un’aria carica di passato, sospesa tra le drammatiche vicende umane e l’eterna maestà della natura.

Proprio il Corno Grande, con i suoi duemilanovecentododici metri, rappresenta la vetta più ambita e maestosa di tutto l’Appennino. Per molti escursionisti, raggiungere la sua cima è un rito di passaggio, un’impresa che richiede impegno e preparazione, ma che ripaga con una vista che, nelle giornate più limpide, può spingersi fino al Mare Adriatico. L’altopiano è il punto di partenza privilegiato per questa ascensione, con sentieri che si inerpicano tra pietraie e creste, offrendo panorami sempre più ampli su quello che sembra essere il tetto del mondo. Poco sotto la vetta, aggrappato alle sue pareti, resiste il Ghiacciaio del Calderone, un residuo glaciale unico nel suo genere in Appennino e considerato il più meridionale d’Europa. La sua presenza, sebbene sempre più minacciata dal cambiamento climatico, aggiunge un ulteriore tassello di unicità a questo ambiente d’alta quota, ricordando le ere glaciali che hanno forgiato questi luoghi.
Ma Campo Imperatore non è solo storia e alpinismo. È anche una finestra spalancata sull’universo. L’Osservatorio Astronomico di Campo Imperatore, con la sua caratteristica cupola bianca, è una delle strutture di ricerca più importanti d’Italia. La qualità eccezionale del cielo, terso e lontano da ogni inquinamento luminoso, lo rende un luogo ideale per l’osservazione delle stelle. Partecipare a una delle serate pubbliche organizzate dall’INAF è un’esperienza che unisce scienza e meraviglia: guardare attraverso un potente telescopio gli anelli di Saturno, i crateri della Luna o le nebulose lontane, a oltre duemila metri di quota, è un’emozione che riconcilia con l’infinito e ricorda la nostra piccolezza nel cosmo.
Per chi desidera accedere a questo regno d’alta quota con un tocco di poesia, la Funivia del Gran Sasso offre l’approccio più spettacolare. Partendo da Fonte Cerreto, le cabine si librano in aria, superando con un volo di quindici minuti un notevole dislivello e regalando una prospettiva via via più ampia e mozzafiato sull’altopiano che si dispiega sotto. È un’esperienza che emoziona grandi e piccini, un modo per comprendere appieno la scala e la maestosità del “Piccolo Tibet” ancora prima di mettervi piede.

Tuttavia, l’anima più autentica e segreta di Campo Imperatore si trova lontano dai punti più frequentati. È nei sentieri che si inoltrano nella Piana di Vesolo o nel vasto catino di Campo Pericoli, dove la sensazione di solitudine diventa magnifica e il paesaggio assume connotati quasi lunari. È qui che è più facile incontrare i veri abitanti di queste terre: branchi di cavalli al pascolo brado, mandrie di vacche e, con un po’ di fortuna, il volo maestoso di un’aquila reale. E poi c’è la magia del Lago Pietranzoni, uno specchio d’acqua temporaneo che, quando si riempie, crea uno degli spettacoli più fotografati di tutto l’Appennino. Le sue acque calme, in assenza di vento, riflettono con perfezione surreale la sagoma imponente del Corno Grande, raddoppiando la bellezza e offrendo un quadro di una pace irreale, soprattutto all’alba o al tramonto.
Questi luoghi non sono semplici coordinate geografiche, ma santuari di silenzio che chiedono di essere percorsi con rispetto, assaporando ogni attimo di connessione con una natura autentica e incontrollata.
La cucina di Campo Imperatore e dei borghi che ne costellano le pendici è lo specchio fedele di una cultura legata indissolubilmente alla pastorizia e alla montagna. È una gastronomia robusta, sincera, fatta di sapori decisi che scaldano il corpo e confortano lo spirito.

Il re indiscusso di questa tavola è l’arrosticino, il celebre spiedino di carne di pecora tagliata a cubetti e cotta su braci ardenti. Il suo profumo, che si diffonde nell’aria frizzante, è l’aroma stesso dell’Abruzzo montano. Il sapore autentico lo si trova nelle “arrosticinarie” dei borghi o direttamente dai pastori, dove la carne, sapientemente speziata, racconta il sapore delle erbe aromatiche dei pascoli alti.
Accanto all’arrosticino, troneggia il Pecorino di Campo Imperatore, un formaggio a pasta dura dal carattere intenso e leggermente piccante, stagionato nelle fresche cantine di pietra. È il frutto del lavoro sapiente dei pastori e del latte delle greggi che pascolano libere sull’altopiano, e ogni forma ne conserva il profumo del vento e dell’erica. Altro tesoro caseario è la ricotta, che qui si gusta in due versioni: fresca, morbidissima e delicata, perfetta da spalmare su una fetta di pane casereccio magari con un velo di marmellata di amarene, oppure affumicata, dal sapore più deciso e complesso, ottenuta con metodi antichi che utilizzano legno di faggio.
La tradizione contadina e pastorale offre anche salumi dal carattere forte, come la ventricina, un salame spalmabile o a fette, arricchito con peperoncino e spezie, e le salsicce di maiale, spesso aromatizzate con finocchietto selvatico. Per accompagnare questi sapori potenti, non possono mancare le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio. Questi legumi, piccolissimi e teneri, crescono a quote elevate e hanno un sapore ricco e minerale che ben si sposa con i salumi e le carni.
Il tutto viene annaffiato abbondantemente dal Montepulciano d’Abruzzo, un vino rosso corposo e strutturato che chiude il cerchio di un’esperienza gastronomica che è vera cultura materiale. Il pasto perfetto, dopo una giornata di cammino, è proprio questo: un tagliere di salumi e pecorino, una scodella di lenticchie, una manciata di arrosticini fumanti e un bicchiere di vino rosso, magari consumato su una terrazza di un rifugio o in una trattoria di un borgo medievale, mentre il sole tramonta dietro le montagne.
Raggiungere questo santuario naturale è più semplice di quanto la sua aura remota possa suggerire. In auto, il viaggio è già parte dell’esperienza.
Da Roma, percorrendo l’autostrada A24 e uscendo ad Assergi, si imbocca la Strada Statale 17 bis, una vera e propria opera d’arte ingegneristica che, attraverso una serie di tornanti spettacolari, si arrampica sui versanti del Gran Sasso, regalando colpo d’occhio dopo colpo d’occhio, fino a sbucare sull’altopiano. L’auto offre la libertà di esplorare l’intera area a proprio piacimento.
Per chi preferisce i mezzi pubblici, la sfida è maggiore ma fattibile con una buona pianificazione. La stazione ferroviaria di riferimento è quella dell’Aquila, ben collegata a Roma Tiburtina. Da lì, è necessario prendere un autobus di linea gestito dalla “TUA” con direzione Assergi o Campo Imperatore. È fondamentale verificare gli orari in anticipo, poiché le corse non sono frequenti, specialmente durante la bassa stagione o i fine settimana. L’alternativa più poetica e comoda, una volta arrivati a Fonte Cerreto, rimane la funivia, che elude il problema della strada e regala un ingresso trionfale sull’altopiano.
Per completare l’esperienza, la scelta dell’alloggio è fondamentale. Per vivere appieno la magia del luogo e cogliere le sue atmosfere più intime, come l’alba che incendia le cime o il silenzio profondo della notte stellata, l’ideale è pernottare direttamente sull’altopiano presso l’Albergo di Campo Imperatore. Svegliarsi a duemilacentotrenta metri, in un edificio carico di storia, è un’esperienza in sé. Per chi cerca invece un’atmosfera più raccolta e un contatto con la storia medievale, i borghi ai margini dell’altopiano offrono soluzioni incantevoli.

Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte e Rocca Calascio, con i loro vicoli silenziosi, le case in pietra e la loro aria sospesa nel tempo, ospitano numerosi bed and breakfast, affittacamere e alberghi diffusi che permettono di immergersi completamente nel genius loci di questa terra.
Campo Imperatore non è una semplice destinazione da visitare, ma un paesaggio interiore da assimilare. È un luogo che chiede di essere percorso con lentezza, che invita a fermarsi, ad ascoltare il proprio respiro mescolarsi al vento e a lasciare che la vastità esterna plachi quella interna.
Che si venga per la sfida sportiva, per la ricerca fotografica, per l’interesse storico o semplicemente per ritrovare un frammento di sé stessi lontano dal caosdel mondo, il “Piccolo Tibet” d’Italia offre un dono raro: la sensazione di essere un piccolo punto in un disegno immenso e perfetto. Lasciatevi avvolgere dalla sua maestà silenziosa e scoprirete che, anche dopo essere scesi a valle, un pezzo della sua infinita, solenne bellezza rimarrà per sempre con voi.
Campo Imperatore non aspetta altro che rivelarti il suo volto più autentico, in un abbraccio di vento, pietra e luce che non dimenticherai!
Credit photos: italia.it
Credit photo Hotel Campo Imperatore: Gabriele Altimari, Licensed by CC BY 3.0
Credit photo Corno grande: trkkingfacile.it
Rivista online registrata al Tribunale di Napoli n. 43 del 23/03/2022
Direttore: Lorenzo Crea
Editore: Visio Adv di Alessandro Scarfiglieri
Insight italia srl (concessionario esclusivo)
Rivista online registrata al Tribunale di Napoli n. 43 del 23/03/2022
Direttore: Lorenzo Crea
Editore: Visio Adv di Alessandro Scarfiglieri
Insight italia srl (concessionario esclusivo)