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L'anno che verrà

Autore: Redazione 31/12/2025 12:13

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po'… parafrasando una delle più belle canzoni di Lucio Dalla inizio l’ultimo editoriale del 2025 per In Italy con qualche considerazione generale e una riflessione sull’anno che verrà.

Quello che ci lasciamo alle spalle è stato indubbiamente un anno complicato sul piano internazionale, con i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente che non solo non si sono fermati ma che hanno visto specie nella striscia di Gaza una sequela di orrori e sangue inaccettabile.

La mobilitazione mondiale nelle piazze che ha coinvolto milioni di persone contro quello che l’ONU ha definito genocidio non ha cancellato la spirale di violenza alla quale abbiamo assistito, inermi.

Ed è triste dover sottolineare l’irrilevanza sostanziale dell’Europa di fronte a tutto questo.

Un anno che ha visto la scomparsa del Santo Padre, Papa Francesco, che ci ha lasciato nella tristezza e nello sgomento. Una figura straordinaria alla quale guardavano con affetto e speranza credenti e non.

L’elezione del suo successore, il primo Pontefice americano della storia, Leone XIV non ha suscitato un immediato entusiasmo ma nel corso dei mesi il Capo della Chiesa Cattolica sta conquistando consenso e fiducia anche grazie a posizioni nette e chiari specie nel rapporto con il suo “conterraneo” Donald Trump.

Tornando nei nostri confini, In Italy per giocare col nome del nostro giornale, ci apprestiamo a un 2026 infuocato.

L’esito delle elezioni regionali ci consegna un paese sostanzialmente spaccato a metà con due schieramenti che sono pronti a duellare anche sul prossimo referendum sulla Giustizia.

L’impressione, che ho già sommessamente espresso, è che maggioranza e opposizioni si concentrino molto su questioni importanti ma non certo prioritarie per la vita degli italiani.

Che, piuttosto, sono preoccupati dal costo della vita da una sanità che non funziona da una tassazione davvero troppo alta a fronte di servizi non all’altezza a un senso di precarietà diffusa che costringe ogni anno decine di migliaia di giovani a emigrare.

Di fronte a tutto questo i partiti sembrano inermi, capaci di produrre slogan di circostanza e provvedimenti che in tutta onestà non rispondono alle ansie e ai bisogni della popolazione.

La conseguenza, ne abbiamo già parlato, è che sempre più italiani decidono di astenersi. Impoverendo la vita democratica del paese, certo, ma manifestando così (a torto, o a ragione) la propria disapprovazione verso una politica e una classe dirigente non all’altezza delle grandi sfide e delle profonde inquietudini del nostro tempo.

Nonostante ciò possiamo e dobbiamo continuare a essere orgogliosi del nostro paese, di quello che ancora rappresentiamo nel mondo, e del fatto che abbiamo tante imprese e tantissimi luoghi che ci rendono fieri di essere italiani.

Siamo fieri dei volontari del terzo settore, di tanti medici e infermieri che operano in condizioni difficilissime, delle associazioni laiche e cattoliche che migliorano la vita delle nostre comunità e di tutti gli amministratori locali specie i Sindaci dei Comuni piccoli e piccolissimi che lavorano per il territorio.

Infine un piccolo accenno a Napoli, che è la città dalla quale vi scrivo.

È stato un anno straordinario non solo per i successi sportivi ma anche per il turismo e per quello che rappresenta il grandissimo evento della Coppa America che è già in piena fase organizzativa.

Abbiamo sempre detto che se il Sud riparte con forza ne giova tutto il paese. Napoli è la capitale del Mezzogiorno e anche per questo tutti coloro che amano l’Italia non possono non amare Napoli.

In Italy continuerà, grazie al lavoro appassionato e attento dei nostri collaboratori e agli sforzi del nostro editore, a raccontare quello che di bello e di buono accade dalle Alpi agli Appennini.

Proveremo a fare sempre di più e sempre meglio. In Italy, ovviamente.

Auguri a tutti voi e a tutti noi, Buon 2026!

Lorenzo Crea

Direttore Responsabile "IN ITALY"

 

Photo credits: Viaggiatori si nasce

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