Autore: Alessia Massa • 18/12/2025 21:55
Il periodo delle festività natalizie, che si avvicina sempre di più, si presenta, anche quest'anno, come un tempo ricco di sorrisi, buon cibo e gioia da trascorrere in famiglia o con chi amiamo di più. Tra le tradizioni da rispettare, non possono mancare i numerosi giochi di società che popoleranno le case di tutti gli italiani introducendo un pizzico aggiuntivo di divertimento.
Siete pronti a scoprirlo con noi?
La tradizione dei giochi di società durante le feste di Natale affonda le sue radici nella vita familiare e comunitaria, quando le lunghe serate invernali e la pausa dal lavoro favorivano momenti di convivialità. Già a partire dall’Ottocento, in molte famiglie italiane, il periodo natalizio diventava l’occasione privilegiata per riscoprire giochi semplici ma coinvolgenti, capaci di intrattenere intere generazioni sedute attorno allo stesso tavolo. Nati spesso come passatempi popolari, questi giochi si sono diffusi grazie alla loro accessibilità e alla capacità di creare legami. In un’epoca priva di televisione e tecnologia, essi rappresentavano una delle principali forme di intrattenimento domestico, assumendo nel tempo un forte valore simbolico legato al Natale.
Tradizionale gioco da tavolo, nato a Napoli nel XVIII secolo come alternativa casalinga al lotto, considerato immorale dal punto di vista religioso, la tombola è uno dei giochi classici del periodo festivo consistente, dopo un pagamento minimo, nell'estrazione di pezzi numerici casuali, da 1 a 90, corrispondenti in parte a quelli sulle schede scelte dai giocatori. L'obiettivo è quello di riempire, con qualsiasi cosa si possegga (tradizionalmente ceci, fagioli o pasta), quanto più velocemente le schede, formando l'ambo, il terno, la quartina, la quintina e infine la tombola ed ottenere, così, la vittoria nel gioco.

Tombola napoletana, un classico del Natale in famiglia
Spesso, ai numeri estratti, corrispondono dei significati simbolici e umoristici, appartenenti a La smorfia napoletana, e per cui, ad esempio, l'1 è l'Italia, il 44 è la prigione, il 90 è la paura e così via.
Un altro gioco tradizionale napoletano è il Sinco, creato nel 1983 da Emilio Salvatore e divenuto popolare fin da subito nelle famiglie napoletane, consistente sulla presenza di 10 cartelle su cui i giocatori devono coprire combinazioni vincenti come Centro, Angolo, Poker, Rombo e Sinco, seguendo le linee.
Richiamante l'idea del casinò in ambito familiare, il gioco consiste nella distribuzione delle carte da parte di uno dei partecipanti mentre gli altri cercano di avvicinarsi il più possibile al punteggio di sette e mezzo senza superarlo. Le figure che valgono mezzo punto rendono il gioco imprevedibile e carico di suspense, ma quasi sempre le puntate sono simboliche: noccioline, fagioli o semplici segnapunti, perché ciò che conta è il divertimento e non la vincita.
Accanto al Sette e Mezzo, figurano altri giochi pilastro che spesso iniziano in modo spontaneo come Scopa e Briscola. La scopa, con le sue regole semplici, è perfetta per coinvolgere anche i più giovani: si gioca a catturare le carte sul tavolo, cercando di fare punti e, quando capita, di “fare scopa”, un gesto che viene immancabilmente sottolineato con entusiasmo. La briscola, invece, introduce un pizzico di strategia in più: qui entrano in gioco la memoria delle carte già uscite e la capacità di scegliere il momento giusto per giocare la briscola, creando una dinamica che tiene alta l’attenzione senza mai diventare troppo competitiva.

Scansione delle carte napoletane della Scopa
In molte famiglie, soprattutto durante le serate più lunghe, compare anche il mercante in fiera, un gioco che vive di attesa e curiosità. Le carte vengono distribuite coperte e i giocatori, senza sapere cosa hanno in mano, iniziano a scambiarle, comprarle o venderle, fidandosi dell’intuizione o del puro istinto. Quando finalmente le carte vincenti vengono svelate, il momento è spesso accompagnato da esclamazioni, delusioni e risate collettive, rendendo il gioco uno dei più teatrali e coinvolgenti delle feste.
Non mancano, infine, i giochi di parole, di mimi e di indovinelli, che spesso nascono spontaneamente senza bisogno di materiali. Mimare un film, indovinare una canzone natalizia o descrivere un personaggio famoso diventa un modo per coinvolgere anche chi non ama i giochi da tavolo, creando un clima leggero.
In tutte queste attività, ciò che davvero conta non è la regola perfetta o la vittoria finale, ma il tempo trascorso insieme. I giochi di società tradizionali, durante il Natale, diventano uno strumento per rallentare, raccontarsi storie, ridere degli errori e creare ricordi condivisi. È proprio questa dimensione discorsiva e conviviale a renderli, ancora oggi, una delle tradizioni più autentiche e amate delle feste.
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Rivista online registrata al Tribunale di Napoli n. 43 del 23/03/2022
Direttore: Lorenzo Crea
Editore: Visio Adv di Alessandro Scarfiglieri
Insight italia srl (concessionario esclusivo)
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